Ospedalizzazione domiciliare trasferendo medici e infermieri sul territorio; processo di ripubblicizzazione delle ASP; aumentare i fondi per la non autosufficienza e riconoscere il lavoro degli OSS come lavoro usurante.

I malati cronici non autosufficienti sono sempre più espulsi dall’assistenza pubblica e la cura scaricata sulle famiglie, con il ricorso all’aiuto domestico (spesso non qualificato mal pagato) o a strutture assistenziali miste pubblico-private dai costi insostenibili.

  • Serve invece l’ospedalizzazione domiciliare, che costa molto meno, trasferendo medici e infermieri sul territorio, rendendo più umano e diretto il rapporto con il servizio sanitario locale.
  • Le problematiche socio-sanitarie sono gestite prevalentemente da ASP (Aziende Pubbliche di Servizi alla Persona) che funzionano attraverso il processo di accreditamento regionale. L’accreditamento è divenuto uno strumento politico per avviare la privatizzazione dei servizi (nel 2017 il 76% degli accreditamenti è rilasciato dalla Regione a soggetti gestori appartenenti al campo del privato profit e no profit, mentre al pubblico è lasciato ormai un ruolo residuale) e stanziare minori risorse regionali all’assistenza scaricandone le conseguenze sui pazienti e i loro famigliari, sugli operatori dell’assistenza e sui comuni chiamati poi a coprire le carenze economico-gestionali con fondi propri.
  • Ci impegniamo ad avviare un processo di ripubblicizzazione delle ASP, ad aumentare i fondi per la non autosufficienza e a riconoscere il lavoro degli operatori e delle operatrici della assistenza come lavoro usurante.

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