Il candidato alla presidenza della regione Stefano Lugli ha risposto alle cinque domande laiche che l’UAAR di Bologna rivolge ai candidati e alle candidate alla presidenza della Regione Emilia-Romagna.


L’Altra Emilia Romagna è favorevole ad una piena attuazione dei valori della Costituzione. Pertanto promuoviamo la piena laicità dello Stato contro ogni fondamentalismo, tutelando lo spazio pubblico e consentendo alle diverse concezioni religiose di esprimersi in una società sempre più pluralistica. Pensiamo sia compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che limitano la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, per garantire l’esercizio dei diritti individuali e inderogabili di tutte le persone, perché è da questi diritti che discende il diritto di ognuno e ognuna a decidere della propria vita in ogni suo aspetto ed in ogni fase. Per evidenziare questa nostra volontà abbiamo previsto nel nostro programma un punto specifico dedicato alla laicità.

1) Edilizia di culto: interruzione dei finanziamenti dagli oneri di urbanizzazione
La legge 10/1977 “Bucalossi” ha dettato le regole per l’urbanistica. Le regioni legiferarono tenendo conto della vigente “religione di Stato”, inserendo tra i beneficiari degli oneri comunali di urbanizzazione secondaria anche le “chiese e altri edifici religiosi”. Con il Concordato del 1985 viene abolita la religione di Stato e decade l’obbligo dei comuni di versare alle chiese questi fondi che, secondo una sentenza del TAR, non sono neppure dovuti a chi già gode del privilegio dell’Otto per mille. Cosa ne pensa? Cosa pensa della richiesta dell’Uaar di escludere definitivamente, attraverso la legge regionale, la possibilita’ dei comuni di destinare parte degli oneri a favore del culto, utilizzandoli interamente per gli altri scopi previsti tra i quali edilizia scolastica, verde pubblico, asili nido?

Sono consapevole che i sindaci di molti comuni dell’Emilia Romagna hanno destinato percentuali rilevanti degli oneri di urbanizzazione secondaria all’edilizia di culto. Un approccio certamente poco laico che crea differenze tra i cittadini basandosi sull’adesione di una o l’altra confessione religiosa. Per poter sostenere questo approccio che privilegia la Curia spesso gli amministratori hanno fatto riferimento a normative superate o poco chiare. Pertanto nel programma de L’Altra Emilia-Romagna proponiamo al punto 17 una legge regionale che chiarisca questo aspetto, abrogando riferimenti obsoleti ed escludendo la possibilità dei comuni di destinare parte degli oneri di urbanizzazione secondaria a favore dei diversi culti, utilizzando invece l’intero importo per scopi di urbanizzazione quali trasporti, piste ciclabili, asili nido, parchi, centri di vicinato ecc. ecc.

2) Scuola: finanziamenti alle scuole confessionali
La legge 62/2000, a firma Berlinguer, governo D’Alema, ha dato il via ai finanziamenti pubblici alle scuole private “paritarie”.
Come giudica la parificazione tra scuola pubblica e privata derivante dalla legge 62/2000? Non pensa sia stato aggirato, se non esplicitamente disatteso, l’art. 33 della Costituzione che prevede che le scuole private siano “senza oneri per lo Stato”?

Ogni anno la Regione continua a finanziare con soldi pubblici (47 milioni di € nel 2019) le scuole confessionali private (paritarie). Eppure l’articolo 33 della Costituzione da voi citato è di una chiarezza esemplare “senza oneri per lo stato”, significa “senza oneri per lo stato”. Pertanto L’Altra Emilia Romagna pretende che tale articolo sia applicato e che il finanziamento pubblico oggi destinato alle scuole paritarie e private venga destinato alla scuola pubblica.

3) Ora alternativa
L’ora alternativa, ovvero l’attività didattica per chi chiede di non subire l’insegnamento della religione cattolica nella scuola pubblica, dovrebbe essere un diritto. In realtà dalle segnalazioni ricevute dalla scrivente associazione si incontrano in regione le solite difficoltà organizzative e sempre piu’ spesso forme di emarginazione (anche l’UNICEF ha denunciato questa situazione). Ritiene utile intervenire al riguardo sollecitando i competenti uffici scolastici?

Sappiamo che un po’ per abitudine e un po’ per la mancata conoscenza delle normative, nelle scuole di ogni ordine e grado le possibili alternative all’ora di insegnamento della religione cattolica a volte non sono presentate in modo corretto. Pensiamo che la Regione debba mettersi al servizio di chi lavora nella scuola per superare le difficoltà organizzative. Pertanto crediamo sia utile sollecitare i competenti uffici scolastici affinché si attivino per ricevere dagli istituti sul territorio richieste su questi aspetti, inerenti il rapporto tra religione e istituzione scolastica, allo scopo di evitare che si creino anche involontariamente, situazioni di discriminazione.

4) Scuola: messe e benedizioni
Nel 2016 il Tar dell’Emilia, accogliendo un ricorso presentato dall’Uaar insieme a cittadini, insegnanti e Scuola e Costituzione, ha riconfermato che le benedizioni all’interno delle scuole sono illegittime, anche in orario extrascolastico, perché carenti di «universalità». Nel 2017 il Consiglio di Stato ha purtroppo ribaltato la sentenza, ma ha quanto meno confermato che, in orario scolastico, le benedizioni e gli atti di culto in generale non si devono tenere. Nonostante ciò si verificano ancora dei casi, come la recente messa all’IC Perlasca di Ferrara, che ha costretto gli studenti che non volevano pregare a rinunciare alla loro ora di lezione. Come giudica questa limitazione del diritto all’istruzione e questa divisione di ragazzini in base alla fede o alle convinzioni non religiose degli studenti o delle loro famiglie?

La scuola è uno dei luoghi nei quali si forma la coscienza civica degli abitanti di un paese. Pertanto è indispensabile che non ci siano pretesti di alcun tipo per creare situazioni di discriminazione basate sulla religione. Le violazioni riportate nella vostra domanda sono particolarmente gravi, proprio perché i diritti degli studenti sono stati violati nelle scuole, luoghi nei quali dovrebbero essere trasmessi i valori della Costituzione Repubblicana, tra quali anche quello della laicità. Propongo che la Regione attivi uno “sportello della laicità” nel quale gli abitanti dell’Emilia Romagna possano segnalare eventuali episodi di discriminazione religiosa, sia nelle scuole, che in altri ambiti.

5) Sanità: preti in corsia e diritti delle donne
Intende tagliare gli oltre 2 milioni l’anno che il SSR paga alle Curie per i “preti in corsia“, che in base a convanzioni regionali sono stipendiati come infermieri di settimo livello, trasformando l’assistenza religiosa cattolica in un servizio su richiesta e svolto come vero volontariato?
Per garantire i diritti delle donne in tema di salute riproduttiva intende varare provvedimenti affinché i nuovi assunti nei reparti di ginecologia siano vincolati a non esercitare forme di obiezione di coscienza?

È molto semplice. Non c’è ragione alcuna per continuare a pagare i sacerdoti per la loro attività di volontariato. Pertanto se eletto proporrò di azzerare le convenzioni regionali che rendono oggi possibile questa donazione. Credo che ci siano modi migliori, nella sanità, per utilizzare i soldi di tutti i cittadini, anche di quelli che non praticano alcuna religione o che ne praticano una diversa dalla Cattolica.
Per quanto riguarda i medici obiettori, L’Altra Emilia Romagna ritiene che la libertà della donna esiga la piena applicazione della legge 194. Ci adopereremo in ogni modo per invertire la tendenza crescente del fenomeno dell’obiezione di coscienza. Verificheremo la possibilità di limitare, e se possibile impedire, la presenza di medici obiettori nei consultori e negli ospedali pubblici.


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