Crediamo in un’economia circolare indirizzata alla conversione ecologica che attraverso la ricerca e l’innovazione recuperi materiali, produca energia pulita, tuteli l’ambiente e implementi processi produttivi ecosostenibili creando così nuovi posti di lavoro. 

Per realizzare questo obiettivo è necessario riassegnare al pubblico un ruolo strategico nelle politiche energetiche e di gestione dei bei comuni abbandonando il ‘modello Hera-Iren’ delle multiutility quotate in borsa e assegnando la gestione di acqua e rifiuti a società pubbliche in house. 

Vogliamo cambiare un Piano Regionale di Gestione Rifiuti che prevede il mantenimento degli inceneritori e il ricorso alle discariche. L’obiettivo della progressiva chiusura degli inceneritori è possibile con una politica che sappia coniugare la strategia “rifiuti zero” al principio del “riciclo totale” alla riduzione degli imballaggi alla fonte, riservando risorse ai Comuni per incentivare e generalizzare la raccolta differenziata porta a porta e per promuovere e diffondere il sistema di tariffazione puntuale. Le multiutility concentrano nello stesso soggetto il servizio di raccolta e quello di smaltimento dei rifiuti con un evidente conflitto di interesse per soggetti privati che lucrano sull’incenerimento dei rifiuti e sulla quantità di prodotti energetici che riescono a vendere. È nell’interesse dei cittadini e dell’ambiente abbandonare questo modello.

La Regione Emilia-Romagna è stata in prima fila nel favorire il processo di privatizzazione di beni e servizi pubblici che dovrebbero essere “comuni” e quindi indisponibili. È necessario invertire la rotta, rivendicare la fine delle privatizzazioni e il ritorno a un forte intervento pubblico avviando un processo di ripubblicizzazione dei servizi pubblici locali, a partire dall’acqua pubblica come sancito dall’inattuato referendum del 2011. 

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